Regata Ruta del Sal, nella bufera tra onde alte 5 metri e una barca ingovernabile

Il racconto della lotta contro la tempesta del tradatese Maurizio Alberti.

Regata Ruta del Sal, nella bufera tra onde alte 5 metri e una barca ingovernabile
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L’ex consigliere comunale di Tradate  Maurizio Alberti ha partecipato alla 31esima edizione della tradizionale regata Ruta de Sal tra Barcellona e Ibiza, ma l’avventura si è scontrata con venti a 100 all’ora e un guasto al timone.

Ruta de Sal, regata nella bufera

Duecentoottanta chilometri in mare aperto, tra Barcellona e Ibiza, da percorrere in barca a vela. La Ruta de Sal è una delle “classiche” per gli amanti della vela, una regata aperta non solo ai velisti professionisti ma anche a quelli amatoriali come, in ambito podistico, ad esempio la Maratona di Roma. In mare però i rischi sono molto più alti che in una corsa in città. L’ultima edizione, tenutasi a fine aprile, ne è la dimostrazione: gli equipaggi si sono trovati ad affrontare raffiche di vento a 100 km/h, onde alte fino a 5 metri e mare forza 8. Tra i partecipanti anche l’ex consigliere comunale Maurizio Alberti che, oltre alla bufera, ha fronteggiato insieme ai compagni di regata anche un guasto al timone.

Una tempesta improvvisa

“Siamo partiti con previsioni meteo che davano venti a 25 nodi. Forti, ma non problematici. A 30 miglia dalla costa soffiava al doppio, 50 nodi, con onde alte cinque metri che ci sferzavano alle spalle e di alto. Eravamo in testa con un’ottima velocità di 10-11 nodi data dal vento a favore ma a un certo punto qualcosa non ha più funzionato”. E’ lo stesso Alberti a raccontare quei momenti. “Il timone aveva smesso di rispondere, a un certo punto eravamo in due a manovrarlo ma la barca era diventata ingovernabile”. Una situazione terrificante. “Avevamo solo il timone automatico, che è però poco preciso e, in quelle condizioni meteo, decisamente poco affidabile”. A quel punto l’equipaggio si è trovato a un bivio: proseguire la gara e cercare la vittoria contro non solo agli altri partecipanti ma anche ai guai meccanici e alla bufera o chiamare i soccorsi e ritirarsi. “Col mare non si scherza – spiega Alberti – Abbiamo chiamato i soccorsi e abbiamo girato la barca per tornare indietro, controvento, per accorciare le distanze. A quel punto le onde ci colpivano dal fronte, degli schiaffi violentissimi e, ad ogni onda, dei muri d’acqua davanti a noi”.

Rimorchiati dopo 5 ore

La manovra di rientro è durata due ore, tante ne sono servite per incrociare il rimorchiatore. Questo ha lanciato un cavo da 300 metri e, lentamente, ha trainato per altre cinque ore la barca e l’equipaggio al porto. “E’ stato tremendo – continua Alberti – All’arrivo avevamo tutti lo stomaco sottosopra, distrutto dai movimenti del mare”. A terra però, l’equipaggio ha potuto verificare cosa aveva smesso di andare nella barca. “Il timone di una barca è simile al volante di un’auto: c’è la ruota che viene manovrata e un sistema di cavi e pulegge per trasmetterne i movimenti alla parte sott’acqua, permettendo di direzionale l’imbarcazione. Il guasto che abbiamo subito era causato dall’assenza di una coppetta al termine di uno dei perni che fissano le pulegge che l’ha fatta uscire dalla sede, per questo la barca non rispondeva più ai comandi. E’ incredibile come tutto sia successo, e noi abbiamo rischiato tanto, per una cosa da poche euro. La prova che in mare non si scherza, basta poco per avere grossi problemi”.

Regata tra le polemiche

La nave su cui viaggiava Alberti non è stata l’unica a ritirarsi. Quasi la metà delle imbarcazioni ha ceduto alla bufera e ha deciso di rientrare in porto e non sono mancate le polemiche. “Se da una parte siamo stati gli unici a subire un guasto tecnico, le condizioni meteo impreviste hanno colpito tutti – racconta il tradatese – Siamo partiti con delle previsioni date all’ultimo briefing che poi, raggiunto il mare aperto, si sono rivelate decisamente sbagliate. E a una regata cui partecipano anche le famiglie questo è molto pericoloso, in molti poi hanno sospettato che dietro ci fosse la volontà di non annullare una manifestazione sportiva giunta alla 32esima edizione e che richiama tantissime persone. Per fortuna nessuno si è fatto male. Anche per me è stata una bella avventura nonostante lo spavento. Per un po’ però penso tornerò a navigare a vela nelle acque dei nostri laghi, decisamente più tranquille e sicure”.

 

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