Tragedia alla Lamina, chiusa l'indagine a carico del titolare

Tragedia alla Lamina: è stata chiusa l'indagine a carico del titolare. Tra i salvati anche un uomo originario di Legnano.

Tragedia alla Lamina, chiusa l'indagine a carico del titolare
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Tragedia alla Lamina, chiusa l’indagine a carico del titolare. Nella giornata di ieri, venerdì 27 luglio, la Procura della Repubblica di Milano ha chiuso l’indagine a carico di Roberto Sammarchi, legale rappresentante dell’azienda metallurgica “Lamina” di Milano, dove il 16 gennaio scorso morirono quattro persone. Tra i salvati un uomo originario di Legnano.

L’accusa

L’accusa è di omicidio colposo plurimo, con l’aggravante di aver commesso il fatto in violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Secondo i pubblici ministeri Letizia Mocciaro e Gaetano Ruta, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziano Siciliano, Sammarchi sarebbe responsabile delle quattro morti per “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme sula prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro”.

Il tragico incidente

Nella ditta, il 16 gennaio scorso, morirono quatto operai uccisi dalla fuoriuscita di gas argon da un impianto. A perdere la vita furono Marco Santamaria (di Burago Molgora), 42 anni; Arrigo Barbieri, 56 anni, e il fratello  Giacomo, 61 anni, entrambi residenti a Muggiò; infine,  Giuseppe Setzu, 48 anni, di Milano.

Sei gli operai che, all’interno dello stabilimento sul confine con Sesto San Giovanni che produce lamine d’acciaio, erano stati trovati incoscienti sul fondo di un impianto di lavorazione.

Due si erano salvati

Due fortunatamente erano stati salvati. Sono l’albiatese Alfonso Giocondo, 47 anni, originario di Torre Annunziata, e Giampiero Costantino, 34enne originario di Legnano e residente a Paderno Dugnano.

L’ipotesi del doppio guasto

A provocare la fuoriuscita di gas e quindi la morte dei quattro operai pare sia stato un doppio guasto concomitante. Uno al sistema di allarme e l’altro a una valvola. I quattro lavoratori scesi nello spazio sotto il forno si erano di fatto immersi in un locale privo di ossigeno, senza rendersene conto.

Il buraghese chiamato per ripararlo

Tra loro anche Marco Santamaria, elettricista di Burago,  chiamato probabilmente proprio per riparare il guasto.
I primi a scendere in quel locale saturo di gas mortale erano  stati Arrigo Barbieri e Marco Santamaria. Giancarlo Barbieri e Giuseppe Setzu sarebbero accorsi poi in loro aiuto e sarebbero rimasti a loro volta vittime delle letali esalazioni. Quindi è stata la volta di Giocondo e Costantino, che sono fortunatamente stati tratti in salvo dai colleghi di lavoro.

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