Marina Lazzati entra nel Movimento Grande Nord

Ecco la nuova esperienza politica dello storico ex sindaco di Cerro Maggiore dopo l'avventura nella Lega

Marina Lazzati entra nel Movimento Grande Nord
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Marina Lazzati entra nel Movimento Grande Nord dopo le esperienze nella Lega.

Marina Lazzati, nuova esperienza politica

Marina Lazzati fa parte ora del Movimento Grande Nord. L’ex sindaco di Cerro Maggiore (che alle ultime elezioni era stata supporter della lista civica Progetto Comune con tanto di contrasti col Carroccio) annuncia la sua nuova avventura politica.
“Dopo aver militato per 23 anni nella Lega Nord di Umberto Bossi e dopo essere stata allontanata dalla Lega di Salvini, il mio approdo naturale non poteva che essere il Movimento Grande Nord – spiega Lazzati -. Un movimento che non si vergogna e anzi è orgoglioso di avere nel nome e nel simbolo la parola Nord e che fa dell’autonomia la sua base fondante. Perchè, è bene ricordarlo, nord non è una parolaccia. Nord è il territorio dove siamo nati e cresciuti, dove lavoriamo e abitiamo con le nostre famiglie”.
E aggiunge: “L’autonomia non deve essere solo il fine, anzi lo strumento per valorizzare differenze e competenze delle varie regioni. Il Grande nord vuole difendere gli interessi delle persone che abitano, lavorano e vivono al nord e sono stanche di dare tutti i loro soldi a Roma che li spreca per coprire i buchi di altre regioni che non saranno mai virtuose finchè c’è qualcun altro che paga al posto loro. Le tasse che i cittadini del nord pagano al nord devono restare sul territorio così che i Comuni, province e regioni diano più servizi e siano visibili. Se tutte le Regioni facessero la loro parte e cominciassero a eliminare le spese superflue e i costi di iniziative puramente di immagine e finalmente indirizzassero le risorse che hanno per la manutenzione delle scuole, strade, infrastrutture allora sì che farebbero un reale servizio ai cittadini. Il Movimento Grande Nord questo vuole: che i cittadini e le imprese abbiano infrastrutture e servizi funzionanti, senza troppa burocrazia, senza dover lavorare sei mesi l’anno per pagare le tasse a uno stato patrigno”.

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